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Viaggio delle solidarietà del G-Team - 23-29 Aprile 2009



Il grande giorno è arrivato, il 23 aprile sono in partenza per la Bielorussia, per organizzare il nostro primo progetto d'aiuto rivolto ai bambini, compagni di viaggio sono Giancarlo Castellano (presidente di V.C.O. Aiuta – associazione di Domodossola con la quale collaboriamo) e Mattia Giannini.

Parto con grande determinazione e l'auspicio di poter realizzare tutti i nostri propositi, comprendere, conoscere e poter trasmettere tutto questo ad altre persone al mio ritorno; in quest’occasione io dovrò essere gli occhi, le orecchie ed il cuore della nostra associazione.

G-Team Un Aiuto per Aiutare i Bambini ONLUS

Credi nella tua vita e tu ci Riuscirai !

Believe in your life and you will Succed !

Crois en ta vie, et toi tu Réussiras !

Верь в свою жизнь, и у тебя все получится !

Il primo appuntamento è all’Istituto Belrad di Minsk e questo è volto a comprendere la realtà operativa del centro dopo la scomparsa del prof. Vassili Nesterenko e la fattibilità del progetto Pectina, sulla base di un bozza che abbiamo ricevuto. Ad accoglierci c'è il prof. Alexander N. Devoyno, incaricato da Aleksei Nesterenko, figlio del più noto prof. Vassili Nesterenrko (deceduto nel 2008), con il quale discutiamo tutti i particolari di ciò che vogliamo realizzare ed alla fine dell'incontro, riusciamo a delineare correttamente il progetto.

La realtà bielorussa è di un territorio in cui vi sono ancora zone con un forte inquinamento e l'assunzione di cibo ed acqua, qui coltivato e presente, fa si che vi sia un'assimilazione di elementi radioattivi.

Il progetto che vogliamo realizzare avrà la durata di circa 1 anno e sarà volto alla somministrazione di una sostanza chiamata pectina, una sostanza semplice, estratta dalla buccia della mela, con la quale però, è stato dimostrato scientificamente, si riesce ad abbattere il tasso radioattivo corporeo.

L'istituto Belrad ha individuato nella regione di Dobrush, un villaggio di nome Igovka (35 km da Gomel), all'interno del quale vi è una scuola che accoglie 104 tra bambini e ragazzi di età tra i 6 e i 15 anni e questo sarà la realtà in cui andremo ad operare.

L'obiettivo di questo progetto è quello di “portare” tutti i bambini sotto la soglia di sicurezza, in termini di bekerel corporei, questo per dare maggiori speranza, in termini di rischio di sviluppare varie forme di malattie nel corso della propria vita, che siano collegabili all'inquinamento radioattivo.

Le varie componenti del progetto saranno le seguenti:

• istruzione – verranno fornite delle indicazioni, delle raccomandazioni alimentari, per ridurre al minimo l'assimilazione d'inquinamento radioattivo durante la vita quotidiana, questo al fine di far perdurare più a lungo possibile i benefici del nostro intervento e migliorare le condizioni generali di vita a lunga scadenza
• omministrazione della sostanza Pectina – per ridurre il tasso radioattivo corporeo
• analisi mediche periodiche su tutti i bambini – per poter verificare l'andamento della cura ed il risultato finale

Nell'incontro all'istituto, ho avuto modo di poter provare la poltrona inventata dal Prof. Nestarenko per misurare la quantità di bekerel corporei, ma avendo la fortuna di vivere in un paese privo da inquinamento radioattivo, il mio tasso è nullo.

L'indomani ci attende un viaggio in auto 120 km per raggiungere Losniza, villaggio a nord di Minsk, dove si trova la casa famiglia acquistata da "V.C.O. Aiuta" anni addietro; “casa famiglia” è una struttura che ospita bambini orfani, in cui vi è una donna che, stipendiata dal governo, svolge il compito di mamma. Strutture come queste cercano di offrire ai bambini un ambiente quanto più famigliare possibile, rispetto agli internat (orfanotrofi bielorussi) e la permanenza è ammessa fino al raggiungimento della maggiore età, ahimé però, oggi le cose stanno cambiando… in quanto il presidente della Bielorussia ha emanato un nuovo decreto dove prevede la chiusura di tutti gli orfanotrofi entro il 2012 e quindi è in atto la riorganizzazione di tutte le strutture d’accoglienza, il che implica un uscita anticipata.

A volte non è semplice essere a contatto con realtà-situazioni che non si conoscono e che non sono facili; in questo incontro tante sono le "emozioni" che ho vissuto e le cose che ho compreso… e ne sono uscito con ancor maggior consapevolezza delle fortune che noi abbiamo e con il desiderio e la determinazione di cercare di fare qualcosa, lo sguardo di un bimbo, il suo sorriso o la sua tristezza, un suo gesto, valgono molto più di mille parole… e arrivano dove devono, al cuore…

Non potrò mai dimenticare questa prima esperienza, come non potrò mai dimenticare Sonia, la più piccolina (3 anni 1/2), la quale con i suoi occhi grandi ti osservava e “parlava… “

Il terzo giorno è giunto il momento di lasciare la capitale per spostarsi a sud, avvicinandosi a Chernobil, alle zone maggiormente contaminate, andremo a Gomel; il viaggio scorre con tempi a noi lontani…. 320 km in circa 6 ore di treno e osservando fuori dal finestrino, posso scorgere la realtà di questo paese, la quotidianità e continue riflessioni nascono nella mia testa.

Gomel è la città dove ci fermeremo per quasi tre giorni e sarà il nostro punto d'appoggio per visitare diverse famiglie, la scuola di Igovka ed alcuni villaggi.

 

Igovka è un villaggio agricolo di circa 600 abitanti, le condizioni sono molto semplici, per non usare altri termini, ma queste sono le campagne.

La scuola che qui è presente, nonostante un aspetto esteriore un pò fatiscente, offre buone strutture agli alunni, sia per le attività di studio, sia fisiche, ricreative ed artistiche, mi colpisce il fatto che in un villaggio di piccole dimensioni, ci sia una struttura di questo tipo, ma ne sono ben felice.
L’impressione che la direttrice, la sig.ra Nadieshda Fedorovna riesce a farci percepire, unitamente alla visita, è di ordine e serietà e questo è un punto fondamentale per lo svolgimento del nostro progetto.

Nella nostra permanenza a Gomel, abbiamo visitato diverse famiglie, che verranno inserite nel progetto “Un aiuto da lontano”, sviluppato da V.C.O. Aiuta; l'esperienza di essere a contatto con le famiglie, anche se non facile, è grande e ti permette di comprendere molte cose.

La realtà comune della Bielorussia, è che nelle famiglie in cui vi è ancora la presenza del padre, la situazione può essere buona, l’assenza di questo invece, purtroppo porta il peso della famiglia (di solito numerosa) sulle spalle della madre e qui tutto diventa più complicato, se poi si unisce al fatto che a volte, oltre alla povertà materiale, vi è anche la povertà di valori, allora ci si trova in situazioni disarmanti…

I giorni scorrono molto veloci e ahimè è giunto il momento di lasciare la Bielorussia, non ho la presunzione di aver compreso tutto, poiché non è possibile in così poco tempo, ma questi giorni sono stati molti intensi e posso dire di aver acquisito un “bagaglio” colturale bielorusso importante per il nostro impegno umanitario.

Saliamo in macchina e poco alla volta ci avviciniamo all’aeroporto, ognuno di noi con i propri pensieri…, io in cuor mio, oltre a molte altre cose..., so che questa non sarà una “fine”, ma molto probabilmente un inizio… di una bellissima avventura, che spero mi possa permettere di poter portare aiuti importanti a molti bambini.

 

Quanto torno da viaggi particolari come questo, nei giorni immediatamente successivi solitamente sono “silenzioso”, la mia mente deve metabolizzare, riordinare e così, a chi mi chiedeva come fosse andato il viaggio, rispondevo con poche parole:

...è stato un viaggio non facile per alcune cose che ho visto, emozioni che ho vissuto, ma un viaggio "grande", dal quale sono tornato a casa con una grande "ricchezza"... e ancor maggiori motivazioni e determinazione…



До свидания и спасибо Bielorussia

Спасибо Gincarlo

 

Un caro saluto.

Andrea Ciocca